| 
         Tempesta e burrasca 
        Sento scivolare su di me
        l’acqua 
        Embrione che cresce 
        Radici mi straziano 
        Germogli mi agitano 
        Suoni mi squarciano 
        La mia schiena si inarca 
        Aspetto il fulmine 
        Il tuono riempie di fragore la mia anima 
        Il vento scorre nel mio sangue 
        Tempesta e burrasca 
        Questa è la mia genesi 
        (joetrilly 06/03/01 da Libri e
        letteratura Yahoo It) 
        
        La farfalla dell’Oceano 
        
        Una volta alcuni pescatori videro una bellissima
        farfalla appoggiata sul timone di una vecchia e dismessa piccola barca
        vela abbandonata sulla spiaggia. Faceva molto freddo quel giorno, venti
        gelidi soffiavano rabbiosi da nord ed era veramente strano che una
        delicata farfalla potesse resistere a quella temperatura ed era ancora
        più sorprendente il fatto che il vento non la portasse via con sé. Era
        una farfalla molto bella , piccoli filamenti d’oro ricamavano le sue
        ali, macchie di sole ravvivavano il blu intenso del suo leggiadro
        battito. Un essere delicato, con una vita breve come una giornata di
        vento, ma una creatura a quanto sembrava molto caparbia e molto decisa a
        non lasciare il posto su cui aveva deciso di posarsi. Non era facile che
        in quel piccolo villaggio di pescatori , nascosto tra le minacciose
        scogliere scozzesi, succedesse un fatto, qualsiasi cosa, di diverso dal
        solito. Le voci correvano veloci come le raffiche di vento, e dopo pochi
        momenti una piccola folla, che tra l’altro costituiva tutta la
        popolazione del villaggio, si era radunata davanti alla barca. Nessuno
        aveva il coraggio di avvicinarsi, tutti parlavano a voce bassa, paurosi
        di spaventare la farfalla. Lei continuava caparbia a combattere contro i
        guerrieri di Eolo, le ali come lame scintillanti nel vento salato,
        mentre un raggio di pallido sole la illuminava bramoso dei suoi delicati
        ricami . I pescatori erano una razza rude, uomini forgiati dalle
        tempeste , le loro donne erano forti, abituate alla solitudine e
        addestrate dall’oceano all’incertezza sul futuro. Ma dentro ognuno
        di loro batteva ancora un cuore pulito, come l’aria che in quel luogo
        un po’ selvaggio, fin dalla nascita avevano respirato. 
        Loro, tutti loro, neanche a dirlo, facevano il tifo per la farfalla ed
        avrebbero voluto, ma proprio non sapevano come, aiutarla. La prima idea
        venne a Ilia , la vedova più giovane del villaggio, per prima cosa
        dovevano costruire un riparo che desse un po’ di tregua dalle raffiche
        di vento. In un batti baleno, un vecchio gozzo di legno, venne smontato
        e sue vecchie assi di legno degne di un glorioso ed eroico passato nell’oceano
        burrascoso, trasformate in mura, si apprestarono a raccogliere i nuovi
        onori dell’insolito presente. 
        Una vecchia e piccola barca a vela sulla spiaggia, con una bellissima
        farfalla blu a governare il suo timone, e un muro di assi di legno nel
        bagnasciuga a difenderla dalla furia dei venti…. 
        Gli abitanti del villaggio sembravano ringiovaniti dalla missione
        che si erano assunti. 
        La seconda idea venne a Giuss, il pescatore più anziano: dovevano
        trovare il modo di riscaldare un po’ l’aria, così da non far morire
        di freddo quella piccola e delicata creatura del signore. 
        Tutte le stufe a legna di tutte le case del villaggio, furono
        trasportate sulla spiaggia. 
        Tutte le scorte di legna faticosamente raccolte dagli abitanti per l’inverno
        furono destinate allo scopo. 
        Una vecchia e piccola barca a vela sulla spiaggia, con una bellissima
        farfalla blu a governare il suo timone, un muro di assi di legno nel
        bagnasciuga a difenderla dalla furia dei venti, e tutt’attorno tante e
        diverse stufe a legno come piccole locomotive fumanti… 
        La farfalla nascosta tra il fumo delle stufe , continuava a
        presidiare il suo posto, ogni tanto faceva riposare le sue ali, le
        batteva delicatamente lasciando nell’aria una piccola scia blu e oro.
        Gli abitanti del villaggio la guardavano estasiati, erano come
        ipnotizzati , nei loro occhi piccoli e impercettibili bagliori d’oro
        danzavano al ritmo delle onde. Non sentivano più il freddo, il sale del
        mare si scioglieva sul loro viso come una carezza… 
        Le ore passavano e di lì a poco sarebbe calata la notte. Erano tutti
        così impegnati a salvaguardare quella piccola e delicata creatura, che
        a nessuno, ma proprio a nessuno di loro, era venuto in mente di
        chiedersi il perché di tutto questo, e poi proprio perché su quella
        barca. Erano stati talmente abituati a vederla lì abbandonata da
        sempre, che si erano dimenticati di chi nel passato fosse stato il suo
        proprietario, se mai ne avesse avuto uno. 
        Una vecchia e piccola barca a vela sulla spiaggia, con una bellissima
        farfalla blu a governare il suo timone, un muro di assi di legno nel
        bagnasciuga a difenderla dalla furia dei venti, tutt’attorno tante e
        diverse stufe a legno come piccole locomotive fumanti, e tutti gli
        abitanti di un piccolo villaggio di pescatori ad abbracciarla … 
        Ad un tratto, dal mare apparve un veliero scintillante. Nel piccolo
        paese nessuno ricordava di avere mai visto una barca così bella. Le sue
        vele erano di stoffa di canapa nuova. Bianche contro lo sfondo del cielo
        scuro della Scozia selvaggia. Il vento sembrava accarezzare ogni suo
        asse. I cannoni scintillanti apparivano dai bocchettoni aperti. La nave
        che si chiamava Aisha, si fermò come per incanto vicino al vecchio
        gozzo che faceva da casa alla farfalla. L'ancora fu gettata e una
        scialuppa calata in mare. Joseph il figlio della vedova più giovane del
        paese fu il primo a correre verso la spiaggia, ridendo e saltando. La
        madre fece per trattenerlo ma quando la sua mano sembrava avere fatto
        presa sul braccino del piccolo, le sembro di avere afferrato l'aria
        delle highlands. E come la nebbia il piccolo si mosse verso quello che
        sarebbe stato il suo futuro. 
        La farfalla che nessuno guardava, approfittò della distrazione fornita
        dalla nave e riempendosi di una luce accecante iniziò a volare verso la
        scialuppa. Mentre i marinai silenziosi remavano per fare arrivare a
        terra la piccola imbarcazione, in piedi i capelli lunghi e neri al vento
        stava il Capitano. Alzò lo sguardo verso la farfalla e sorrise. La
        piccola fata si posò sulla sua spalla e d'incanto si trasformò
        nell'aura del giovane che scintillava come se portasse un'armatura
        d'argento bagnata dal sole africano. 
        Sulla spiaggia, con una bellissima farfalla blu 
        Le stufe intorno alla piccola barca a vela iniziarono a fischiare,
        il loro fumo iniziò a disegnare meravigliosi disegni nel cielo. La vela
        della piccola barca iniziò a gonfiarsi e dalle highlands giungevano gli
        antichi suoni delle cornamuse dei Clan. Il piccolo Joseph si voltò a
        guardare la madre che con ansia lo guardava a sua volta non sapendo che
        cosa avesse in mente la sua piccola peste. Il piccolo urlò il nome del
        capitano la sua piccola voce fu portata al largo dal vento e le
        cornamuse. Un'onda si alzò a salutare quello strano equipaggio. Le
        donne iniziarono il lamento destinato agli eroi. Gli uomini parlarono
        l'antica lingua delle tribù e i bambini avevano gli occhi di antiche
        vite……. 
        La vecchia barca a vela improvvisamente indossò il suo abito più
        bello, il legno del suo malandato scafo riprese a scintillare
        accarezzato dal vento, il timone intriso di bagliori d’oro –dono di
        una farfalla blu- brillava tra il fumo delle stufe, le sue vele di un
        bianco accecante illuminarono tutta la spiaggia. Il canto delle
        cornamuse mischiato alle antiche lingue, si fece sempre più forte fino
        a coprire il sibilo dei venti, le donne come ipnotizzate ballavano al
        ritmo delle onde…..tutte….. tranne una : la madre di Joseph. 
        Ilia si fece largo tra gli abitanti del villaggio con negli occhi il
        sorriso di Joseph e nel cuore la disperazione, saltò sulla barca e si
        mise al timone, decisa a non farsi portare via dall’oceano anche il
        suo unico amato figlio. 
        Il capitano era ancora là, in piedi, i lunghi capelli neri nel vento, l’aura
        scintillante ed un sorriso… misto di dolcezza, fierezza e malinconia
        nei suoi occhi profondi e scuri come il cielo della Scozia più
        selvaggia….. 
        Era in piedi e guardava avanzare la piccola barca a vela. 
        Nell’oceano una scintillante piccola barca a vela ….un bellissimo
        veliero di nome Aisha…una giovane madre…un capitano dai lunghi
        capelli neri e l’aurea di farfalla….un bambino che va incontro al
        suo destino….e alle loro spalle un piccolo villaggio di pescatori
        radunato su una spiaggia …tra il fumo di tante e piccole stufe come
        locomotive… 
        Joseph attendeva, le braccia aperte, l'arrivo di quel uomo che
        sembrava conoscere da molto tempo. Il Capitano gli sorrise e saltò giù
        dalla scialuppa correndo incontro al piccolo. Si abbracciarono come un
        padre con un figlio. 
        Ilia si fermò a guardare la scena. Un urlo le si levo dal corpo minuto.
        "Joseph, no……." Ma il piccolo ormai non sentiva più, il
        suo amore per il mare era più grande, più forte. I due uniti
        dall'amore del oceano furono avvolti dalla Luce. I marinai si alzarono e
        si volsero verso la folla sulla spiaggia. Ilia chiese aiuto agli
        anziani. Ma le sue implorazioni caddero nel nulla dei cori e del vento
        che soffiava. Joseph si voltò per l'ultima volta verso il suo passato.
        La farfalla gli danzava intorno spargendo la sua polvere blu. Ed un
        tratto si aprì il cielo sopra il piccolo villaggio di pescatori. 
        Tantissime farfalle di mille colori scesero giù dal cielo, un delicato
        e soffice uragano di colori avvolse il villaggio…il vento smise di
        danzare furioso, nel mare i riflessi di tutte le stelle di tutte le
        costellazioni dell’universo. Le cornamuse intonarono la melodia più
        dolce e delicata dell’universo. Gli abitanti del villaggio sentirono
        un tale calore nel cuore e nel corpo che iniziarono a danzare nelle
        fredde acque dell’oceano…. 
        Ilia aprì la sua mano e vi trovò un piccolo zaffiro a forma di cuore,
        allora capì che il suo bambino era felice….e al mare il suo ultimo
        ballo regalò… 
        Un piccolo villaggio di pescatori abitato da farfalle di mille colori…e
        un piccolo zaffiro a forma di cuore che riposa tra le braccia dell’oceano…. 
        (joetrilly 06/03/01 da Libri
        e letteratura Yahoo It) 
       |